giovedì 13 ottobre 2016

LA RAGAZZA DEL POETA

Non posso crederci
ecco il tuo fantasma che riappare
logico in fondo
stanotte c'è luna piena
e hai pensato di chiamare me.

Così me ne sto qui seduta
con il telefono in mano
ad ascoltare una voce che ascoltavo
correndo dritta verso il baratro
un paio di secoli fa.

I tuoi occhi mi ricordo
erano azzurri carta da zucchero
la mia poesia faceva pena, dicevi
ma da dove stai chiamando?
Una cabina nel midwest.

Dieci anni fa
ti regalai una coppia di gemelli
anche tu mi prendesti qualcosa
sappiamo entrambi cosa portano i ricordi
diamanti e ruggine.

Tu allora incendiavi la scena
eri già una leggenda
il genio che non si lavava
il vagabondo autentico
cadde tra le braccia proprio a me.

Ci sei rimasto per un po'
come un naufrago scampato alle onde
io una Madonna gratis e tutta tua
la Venere della conchiglia
che ti avrebbe accudito.

Ancora adesso ti vedo per strada
le foglie gialle cadute intorno
un po' di neve nei capelli
ti vedo sorridere dalla finestra
di quella bettola da quattro soldi
su Washington Square
le nuvole dei nostri respiri
si confondono sospese nell'aria
e parlando per me, ti dirò
potevamo pure morire lì.

Ma adesso sostieni che tu
non sei un nostalgico
e allora dammi una parola per dirlo
tu che sei sempre stato bravo a parole
e a restare nel vago.

Perché avrei proprio bisogno di un po' di vaghezza adesso
che tutto mi torna in mente in modo troppo chiaro.
Sì, una volta ti amavo tanto
e se sei venuto a portare diamanti e ruggine
ho già pagato.

(Joan Baez, Diamonds and Rust)