Ma avere un cuore da bambino non è una vergogna. È un onore. Un uomo deve comportarsi da uomo. Deve sempre combattere, preferibilmente e saggiamente, con le probabilità a suo favore, ma in caso di necessità deve combattere anche contro qualunque probabilità e senza preoccuparsi dell'esito. Deve seguire i propri usi e le proprie leggi tribali, e quando non può, deve accettare la punizione prevista da queste leggi. Ma non gli si deve dire come un rimprovero che ha conservato un cuore da bambino, un'onestà da bambino, una freschezza e una nobiltà da bambino.
Il 2 luglio di cinquant'anni fa, all'alba, il più grande scrittore americano del Novecento diceva addio al mondo. È una delle poche date che mi ricordo ogni anno. Ho idea che non scriverei come scrivo, anzi forse non scriverei per nulla, se il vecchio ubriacone non fosse passato per questa terra. Grazie di tutto Hem. Non vedo l'ora di bere un bicchiere e incrociare i guantoni con te.
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é strano leggere queste parole all'alba propio quando un cuore da bambino ha finalmente scacciato gli incubi della notte e la prima luce lo ha reso uomo.
RispondiEliminaGrazie a te per avermelo fatto conoscere.
Un abbraccio nunzio
Addirittura non vedi l'ora? Oh.
RispondiEliminaMassimiliano Governi.
pavel, da dove l'hai presa questa citazione?
RispondiEliminagio
eddai, ma chi potrebbe rimproverare ad alcuno di aver conservato un cuore da bambino, un'onestà da bambino, una freschezza e una nobiltà da bambino? magari gli avran detto che era infantile, è diverso.
RispondiEliminapoi comunque per colloquiare degnamente con ernesto ti devi inventare un mestiere che lo attizzi, che ne so, l'insegnante di danza alle orche, sennò dopo due parole ti liquida dandoti del rammollito. non hai nemmeno fatto il mercenario nei balcani.
(ciau giorginho!)
ciao nunzio!
RispondiEliminamassimiliano: è un discorso un po' complicato da affrontare nei commenti di un blog, però sì, in un certo senso non vedo l'ora.
giorgio, amico: l'ho presa da "vero all'alba" che per il resto è un libro dimenticabilissimo.
petarda: sinceramente, è il rimprovero che mi fanno più spesso. nella vita e nella scrittura.