venerdì 6 ottobre 2017

SENZA MAI ARRIVARE IN CIMA

Ottobre, mese del viaggio. Quel che mi porto via questa volta è una grande sacca da spedizione, che possa stare in groppa a un mulo e tenga la pioggia d'Himalaya, dentro cui ho messo, oltre alle cose da montagna, due quaderni con la copertina nera che uno scrittore mi ha regalato. Quel che mi aspetta sono settimane di cammino tra i tre e i cinquemila metri, lungo i sentieri e i rari villaggi del Dolpo, girando in tondo come nei pellegrinaggi buddisti, senza mai arrivare in cima. Vado in quel piccolo Tibet in terra nepalese per scrivere, oltre che per camminare. Parto con un amico montanaro, un amico fotografo e un amico pittore, felice che, dopo tanti viaggi solitari, questo sia un viaggio condiviso, curioso di scoprire cosa farà lui a noi, che cosa noi di lui. Lo racconteremo, lo disegneremo, ci troveremo un significato, torneremo un po' cambiati?


Non è un viaggio per dimenticare, questo. Al contrario, è un viaggio per celebrare un anno lunghissimo. Mi porto via i volti di alcune persone, tra le migliaia che ho incontrato: soprattutto facce di montanari, facce della valle di Terragnolo e della valle dell'Orco, facce del grande altipiano di Asiago e di quello piccolo di Estoul, facce di Alpi dimenticate, facce d'Appennino. Mi porto via la grande festa di luglio, l'emozione inalterata di quei giorni nei boschi, il desiderio già vivo di vederne di nuovi. E mi porto via il legno e la pietra di un vecchio rudere, con le tavole del piano di sotto incrostate di letame, quelle di sopra che non reggono più il peso di un uomo, il muro a nord che da un giorno all'altro potrebbe crollare, la porta di larice con la sua chiave segreta. L'anno prossimo sarà un cantiere e tra due anni un rifugio, un luogo d'ospitalità e d'incontro, un laboratorio permanente sulla montagna, una scuola per nuovi montanari. Un nome non l'ha ancora, un indirizzo sì: frazione Fontane numero due, sarà di buon augurio per una seconda vita?


E mi porto via una storia nascente, pagine bianche, Fede e Fortuna nel cuore, la mia vecchia disciplina. Giriamo intorno alle montagne per ringraziarle, e perché continuino a darci la loro protezione.



16 commenti:

  1. Gli ultimi giorni di attesa prima del viaggio sono già loro di per se parte del viaggio! buon tutto!
    Palierus

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  2. Vorrei essere con voi anime belle pietro

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  3. Sognando la nuova vita del vecchio rudere,buon viaggio da una viaggiatrice di deserti. Ma montagne e deserti non sono poi cosi distanti

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  4. Buon viaggio carissimo, grazie x le emozioni che ci trasmetti, ho letto le 8 montagne che mi ha commosso tanto tanto, ora ho pronto nel sacco da montagna Il ragazzo selvatico, saluti dalla Vallemaggia😀😍😗

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  5. Sto leggendo le otto montagne e ti volevo ringraziare per averlo scritto!
    Buon viaggio e ricorda che c'è anche il piccolo Tibet italiano da visitare con i suoi volti aspri e gentili degli abruzzesi. Sarebbe bello che un giorno vivessi anche la nostra storia di montanari del sud.
    Ti aspettiamo!

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  6. Scrivi presto Paolo per favore perché ci mancherà da morire il tuo narrare. Nelle prime pagine delle otto montagne ho rivisto il modo di camminare della mia famiglia quand'ero bambina, mia mamma che si attardava a guardare i fiori, mio padre in testa che non si fermava mai.....lo stesso modo di camminare della mia famiglia ora...io, come mia mamma, che mi attardo a dare un nome a tutte le piante e i fiori, mio marito davanti a dare il ritmo alla marcia, non si può avere sete, né fame, né caldo, né freddo....che camminatrici diventeranno le mie bambine? Grazie Paolo perché il tuo racconto mi ha portato a camminare sul sentiero della memoria, e le pietre, i pascoli o i fili d'erba che descrivi io li ho visti, uno ad uno....

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  7. Le 8 montagne mi è stato consigliato da un'amica 🤗 ed è stato una rivelazione...amore a prima vista.
    Emozionante, intenso grazie per questo libro che mi ha....riaperto un mondo 🏞🏞🏞

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  8. Ho avuto da un'amica questo libro in regalo...gia'nelle prime righe ho percepito un sentimento vero.l'amicizia quella vera detta in 3 parole:"vuoi che vengo li?".dovremmo tutti cercare di semplificare le nostre esistenze...per dare importanza a dei valori veri e a una vita più semplice.paolo continua a scrivere cosi'!!mi sono rimasti adosso gli odori e i paessaggi che descrivi.

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  9. Caro scrittore Paolo, ho appena appena finito di leggere Le Otto Montagne.Stupendo!
    Abbraccio da São Paulo.
    Fatima

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  10. Vorrei condividere con te "Vicino"di Sibaldi Sonia per ringraziarti profondamente del dono che offri al mondo

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  11. Ciao Paolo, quando ci farai sapere com'è andato il tuo viaggio in Tibet? A presto!

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  12. Grazie, ieri a Varese è stato bello parlare con te di viaggi e di racconti.

    Un abbraccio,

    Francesca

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  13. Sperando che il viaggio sia fonte di belle esperienze e di nuova ispirazione, un ringraziamento per un libro che descrive bene una generazione con tante difficoltà e con pochi punti fermi, ma ancora legata al valore dell'amicizia e della bellezza .
    Le Otto Montagne è un inno alle nostre radici,quelle che scopriamo di avere solo dopo che ci franano tante cose intorno. Un abbraccio da Roma
    Marina

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  14. Grazie Paolo per avermi riportato indietro nel tempo, ai luoghi della mia infanzia. Mi hai fatto "sentire" gli odori e provare un grande rimpianto oer tutto il "non detto" a mio padre. Continua a raccontare per favore!

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  15. Che sciocca sono stata, anche l'altro giorno in libreria non ho preso il tuo libro, non ti conosco e mi faceva paura la notorietà, le "mila" copie mi insospettivano perché la montagna è sempre stata territori di pochi, e invece ho sbagliato. Ora ho letto in un'intervista sul Corriere del tuo viaggio nel Dolpo, nell'Himalaya che è il luogo dove il mio spirito respira. Dove il tempo rende spazio. Ora comprerà tutto, libri e riviste e ti seguirò un po' verso le alte terre.

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