sabato 14 giugno 2014

LO SCRITTORE CHE USAVA SEMPRE IL PASSATO

Sulle rive del fiume Krk, dopo molte caraffe di vino dalmata e un bagno in acque gelide, qualcuno degli scrittori ubriachi lanciò una sfida. Chi sarebbe riuscito a scrivere una bella storia d'amore in meno di venti parole? Lo scrittore che usava sempre il passato scrisse:

     He was a writer who always used the past tense.
     Then he met a woman.
     She was a present.

Contò le parole: erano diciannove. Di certo se ne poteva ancora togliere qualcuna, ma che importanza aveva? Sorrise della futilità delle cose da scrittori, si sdraiò al sole per asciugarsi e chiuse gli occhi, pensando al suo dono.

lunedì 9 giugno 2014

ZAGREB SUN

(Di ritorno da Zagabria per il Festival of European Short Story. Quanto può essere breve un racconto breve? Per dire grazie basta una parola sola. Ecco un grazie con qualche parola di troppo per i miei amici croati.)

Era un uomo con una bottiglia di vino e non poteva portarla sull'aereo.
Tornò indietro. Risalì la fila, riattraversò i saloni, ripassò per le porte di vetro.
Il sole di Zagabria di nuovo negli occhi, come se fosse appena arrivato.
In quel caso, l'uomo sulla panchina non sarebbe stato il suo ultimo incontro ma il primo, e chissà quanti altri ne avrebbe avuti, dopo.
Bevila tu per me, gli disse.
Poi partì.

He was a man with a bottle of wine that he could not take with him on the plane.
So he went back. Back on the line, back through the rooms, back over the sliding glass doors.
Zagreb sun in the eyes again, as if he were just arrived.
In that case, the other man on the bench would not have been his last meeting, but his first. And who knows how many people he would have met, after.
Drink it for me, he said.
Then he left.


(Krka National Park: le cascate del fiume Cherca, in Dalmazia)