lunedì 3 agosto 2015

BIVACCO

Faccio un giro tra i pascoli alti mentre tu sei giù al lago a pescare.
Chissà che cosa mi attira tanto in queste vecchie baite diroccate.
Sembrano tane, più che case: come il buco che trovo scavato sotto un grande masso, chiuso da muretti a secco, tanto profondo che quasi ci sto in piedi quando entro a ripararmi dalla pioggia.
Mentre fuori si sfoga il temporale mi viene in mente che potrei anche restare qui, e nessuno più mi troverebbe.
Chi mai verrà a cercare in un pendio scosceso, fuori da ogni sentiero, un uomo seppellito sotto un sasso?
Vince la voglia di tornare a vedere "quali altri casini mi riserva la vita", come dice quel tipo sul camper nel libro che sto leggendo.
Scendo tra arbusti di salice e ontano che mi lavano peggio che il temporale.
Abbiamo costruito un bel bivacco per stasera: con la tua idea che bastino uno spago e un telo per passare la notte, più i muri antichi e le tavole del mio amico.
Il riparo di poche ore dentro un rudere di secoli fa.


Ami tanto quella frase di Thoreau sulla legna che scalda due volte, quando la tagli e quando la bruci, e io adesso ci rido sopra: tu l'hai tagliata e io la brucio, così la stessa legna scalda me e te.
Stendo i calzoni ad asciugare e mi siedo a leggere vicino al fuoco, bevendo whisky allungato con acqua di sorgente.
Penso al mio Hemingway e ai suoi racconti sui bivacchi accanto al fuoco.
Tu non leggi, mi hai detto, perché quando sei in montagna quello che hai intorno è troppo potente per cercare un altrove in un libro.
Per me è diverso: il libro che sto leggendo è la casa che mi porto in giro.
Sarei sperduto senza.
Così mi siedo comodo, ancora meglio che in poltrona, sopra una tavola grigia di larice, la schiena su un muretto di sassi, davanti al grande lago.
Così dentro la mia storia che stasera scrivere e vivere sembrano quasi la stessa cosa.
La tua legna fa più fumo che fuoco e il vecchio Heat-Moon stenta a prendere sonno nel suo furgone, quando compari tra gli arbusti, fradicio e trionfante, con la nostra cena per le mani.


8 commenti:

  1. Grazie, capitano!
    Bel pezzo. Da buon valtellinese, quando ero piccolo amavo nascondermi nelle baite diroccate di montagna durante i giorni di pioggia. Il profumo e il rumore dell'acqua che si schiantava sul tetto (e di quella che entrava per via dei buchi) sono tra i ricordi più nitidi e belli che ancora mi accompagnano nella mia vita di adulto.
    Grazie di nuovo,
    Attilio

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  2. Adoro quello che scrivi. Resta una curiosità: qual è il libro che stai leggendo? :)

    Livia

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  3. William Least Heat-Moon, Strade Blu
    (quest'anno ho letto quasi solo letteratura di viaggio, magari prima o poi ne scriverò qualcosa)

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  4. Grazie di avermi risposto. Ti leggo da tanto, mi è dispiaciuto che abbiano annullato la presentazione del tuo libro a Bari. Spero di riuscire ad ascoltarti di persona, prima o poi. :)

    Livia

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  5. Ci consigli qualche libro di letteratura di viaggio tra quelli che hai letto? Grazie
    federica

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  6. Strade Blu è molto bello.
    In Patagonia di Chatwin per me è meglio delle Vie dei canti (ma bisogna prenderlo per il verso giusto, Chatwin: godersi le descrizioni come splendidi quadri, e non badare alla storia).
    Riletto Tesson, Nelle foreste siberiane, confermo capolavoro.
    Poi, un po' fuori tema, A sangue freddo di Capote (ma non è fuori tema per me, che sono alla ricerca di paesaggi).
    Festa mobile di Hemingway.
    E ora ho in lettura Il leopardo delle nevi di Mathiessen, in preparazione del Nepal.

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  7. Buonasera ,
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